No-Hitter!
E’ successo veramente. Dopo 50 anni e 8020 partite, i Mets hanno la loro no-hitter. In una serata dove nulla è stato normale, Johan Santana ha scritto la storia del nostro sport con 134 lanci.
E’ davvero difficile descrivere le sensazioni di una notte così importante nella storia della nostra squadra. E’ sicuramente servito tanto coraggio. Da parte di Terry Collins, che ha lasciato Johan dentro per un numero esorbitante di lanci. Da parte di Mike Baxter, che ha salvato Johan sacrificando la spalla sinistra. Da parte di tutti i difensori: non oso immaginare cosa possa significare avere sulla coscienza una pallina giudicata male che cade a terra rompendo la no-hitter.
Onestamente (e qui mi scuso se inserisco una nota personale) non pensavo che avrei mai avuto la possibilità di scrivere questo articolo. Il record di one-hitter, beffardo, sembrava proprio volerci dire “non ce la farete mai”. E invece Johan ce l’ha fatta.
L’esplosione collettiva della Mets Nation è stata qualcosa di unico. A partire dalle “voci” che hanno raccontato l’impresa. Gary Cohen è stato da brividi. Keith Hernandez non è riuscito a contenersi dopo l’ultimo out, urlando di liberazione come milioni e milioni di tifosi nello stesso momento. Anche Howie Rose, il radiocronista, non è stato da meno, improvvisando anche una diretta con i radioscoltatori che hanno chiamato in massa nel dopo-partita. Twitter è esploso, i blog sono esplosi. Tutti insieme, a New York come a Roma, a celebrare Johan e i Mets.
Per tutti è stata una liberazione immensa. Un fardello tolto dalle nostre spalle in 134 lanci da uno dei migliori lanciatori nella storia. Nell’anno più improbabile, nel quale ritorna in azione dopo un lunghissimo stop con tante domande e poche certezze.
Veramente, le parole ormai sono inutili e soprattutto iniziano a scarseggiare.
Ne resta una sola
Grazie